8 Marzo, festa delle donne: quali i traguardi in Italia nel 2018?

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Ogni anno in Italia l’8 Marzo, festa delle donne, suscita polemiche sterili sul perchè non si debba festeggiare, data l’origine tragica a cui si ispira tale “festa”. E c’è invece chi, puntualmente, sostiene con fervore che bisognerebbe “buttarsi il passato alle spalle” e festeggiare questo evento come si conviene, bevendo e ballando nei pub, con una mazzo di mimose in una mano e un cocktail alcolico nell’altra.

Eppure, guardando alla situazione attuale, non si può che concludere che ci sia ben poco da “festeggiare”.

Ecco una breve panoramica sull’attuale situazione delle donne in Italia:

  • Gli italiani sono al primo posto mondiale per turismo sessuale con minori, soprattutto con bambine;
  • in Italia ogni due giorni viene uccisa una donna da parte del compagno/marito/fidanzato/stalker;
  • in Italia, a parità di lavoro, lo stipendio di una donna è più basso di quello di un uomo;
  • il Cristianesimo è stato definito “uno degli ultimi maschilismi istituzionalizzati rimasti in vigore”, una delle sue roccaforti è l’Italia;
  • in Italia sono legali partiti politici come “il popolo della famiglia”, il cui leader sostiene che le donne non debbano avere possibilità di studiare, additando ciò come la rovina dello Stato;
  • in Italia se una donna subisce una violenza non viene considerata vittima, ma colpevole;
  • in Italia una donna su due, se vuole lavorare, subisce ricatti di tipo sessuale;
  • in Italia, se una donna è incinta, nella maggioranza dei casi viene licenziata;
  • in Italia gli uomini generalmente non si degnano di aiutare nei lavori domestici;
  • l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per i servigi di prostitute e spogliarelliste

Ecco un estratto dell’articolo di Huffingtonpost, “La donna dev’essere sottomessa”, a proposito de “Il popolo della Famiglia”.

“La condizione ideale è quella di avere un solo uomo o una sola donna nella vita, io non lo posso dire ma invidio chi ha questa possibilità”. Mario Adinolfi, direttore del quotidiano La Croce […] “La moglie sottomessa cristiana – spiega Adinolfi durante la trasmissione di Radio 24 – è la pietra fondante, la pietra su cui si edifica la famiglia. Sottomessa significa messa sotto, cioè la condizione per cui la famiglia possa esistere. Una donna mite. E sottomessa non significa che non c’è la parità, sono due cose diverse”.

Una realtà orripilante. E la cosa più aberrante è che in una realtà come questa, dove le donne dovrebbero essere le prime a promuovere determinate battaglie, combattere le ingiustizie, aver voglia di autodeterminarsi, affermarsi attraverso alleanze e solidarietà etc, succede invece che, dato l’alto tasso di disoccupazione femminile, occorra spesso essere “la moglie di…” o “la fidanzata di…” per potersi affermare professionalmente.

Inutile dire che questo sistema spesso (non sempre) renda le donne ancora più agguerrite l’una contro l’altra, in continua competizione per ottenere/conquistare un ruolo, una posizione o addirittura “un uomo che conta”.

Beh, buona festa della donna (sic!).

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